Ai Campionati Italiani di Società di quest’anno si sono qualificate quattro squadre lombarde: la 04/065 Arcieri Tre Torri ha qualificato entrambe le squadre, maschile e femminile; la 04/121 Arcieri Audax Brescia a squadra maschile e la 04/020 Compagnia Arcieri Monica la squadra femminile.

Il quartetto della CAM ha superato tutti gli scontri diretti, arrivando fino alla finale per la medaglia d’Oro contro la squadra due volte campione in carica (2017-2018) della 03/013 Arcieri Tigullio: per 7 a 6 le lombarde si sono aggiudicate il titolo italiano!

Le abbiamo intervistate a freddo, a qualche giorno di distanza dall’evento che le ha viste protagoniste.

GIULIA CLAUDIA ANDREETTA

  • Classe 2001
  • Arciere da settembre 2015
  • Specialità: Arco Olimpico
  • Gara preferita: 72 frecce outdoor

ELEONORA GRILLI

  • Classe 1999
  • Arciere da novembre 2008
  • Specialità: Arco Compound
  • Gara preferita: 72 frecce outdoor

FEDERICA GALLAZZI

  • Classe 1986
  • Arciere da novembre 2016
  • Specialità: Arco Nudo
  • Gara preferita: 18 m indoor

ILARIA CALLONI

  • Classe 1988
  • Arciere da febbraio 2000
  • Specialità: Arco Olimpico
  • Gara preferita: 18 m indoor e Campionati di Società

Una vittoria da dividere in 4: come avete scelto la formazione prima di partire?

Giulia: La squadra titolare che partecipa ai Campionati Italiani di Società è la stessa da ormai qualche anno. La scelta della quarta componente, ovvero la riserva, dipende dalle capacità e dall’adattabilità di quest’ultima nella squadra, specialmente quando si tratta di essere in grado di utilizzare anche archi diversi.

Ilaria: Anche se durante la stagione di qualificazione capita di non incrociarsi spesso, questi Campionati li affrontiamo sempre con determinazione e affiatamento. Abbiamo un ottimo equilibrio fra di noi e con il coach che ci accompagna.

 

Secondo voi, ci vorrebbero altre gare come questa?

Federica: Con questo format specifico no. Quello che mi sento di dire tirando Arco Nudo, anche in base ad altri arcieri AN che conosco nel mio piccolo, è che sarebbe bello avere delle gare all’aperto con distanze inferiori ai 70 m dell’Olimpico e ai 50 m del Compound, dedicate proprio all’Arco Nudo, in quanto non tutti in estate hanno la possibilità o gradiscono le gare campagna o 3D. Sarebbe bello proporlo in qualche gara per poterne verificare l’effettiva adesione!

Eleonora: A mio parere il bello di questa competizione è proprio il fatto che si svolga una sola volta all’anno. Se ci fossero più gare con questo format diventerebbe una gara come tutte le altre. Personalmente non vorrei che si svolgessero gare all’aperto con distanze indoor in quanto il bello del cambio di stagione è soprattutto il cambio delle distanze e delle dimensioni del bersaglio. Tirare a distanze ravvicinate tutto l’anno diventerebbe quasi “monotono”. Sarebbe bello invece che questi Campionati si potessero svolgere anche a livello europeo, in modo da potersi confrontare anche con altre nazioni.

 

Qual è la differenza tra questa “prova a squadre” e quelle di altri eventi?

Federica: Essendoci tre tipologie di archi differenti e ogni scontro è a sé stante per guadagnare punti, la squadra è più importante del singolo perché l’una può sopperire alle difficoltà dell’altra e viceversa. La difficoltà forse potrebbe essere sul punteggio, in quanto sia in caso di vittoria che di pareggio si guadagna solo 1 punto, a differenza dei normali scontri in cui la vittoria vale 2 punti. Questa modalità a mio parere non valorizza al massimo la vittoria dello scontro.

 

Chi era secondo voi la squadra più preparata? 

Ilaria: Indubbiamente la formazione degli Arcieri Tigullio, campionesse in carica da due edizioni: sono una squadra molto forte, ma non per questo vi era tra di noi il timore di affrontarle, al contrario invece la voglia e la determinazione di fare bene.
Le abbiamo incontrate all’ultimo scontro del secondo girone dove ci hanno battuto, ma di un solo punto, quindi uno scontro quasi del tutto alla pari. Ci siamo riprese il favore in finale per l’oro, questa volta battendo noi la loro formazione di un punto, ma guadagnando così la vittoria definitiva del titolo italiano.

 

Qual è stato il momento più difficile?

Federica: Per me il momento più difficile è stata la finale, ma non tanto per la tensione del momento, quanto più da un punto di vista di stanchezza fisico-mentale derivante dal fatto di aver tirato la quasi totalità degli scontri nei 2 gironi che si sono svolti in mattinata. Ringrazio infatti Giulia per essere riuscita a sostituirmi nel momento del bisogno.

Ilaria: Il carico emotivo di una finale per l’oro è sempre molto alto, ma non per questo abbiamo vissuto lo scontro come un momento difficile. Siamo esseri umani con tutti i timori e le preoccupazioni del caso, ma abbiamo saputo supportarci l’una con l’altra dall’inizio alla fine, tirando ogni freccia con determinazione. Una determinazione che forse le nostre avversarie hanno percepito.

Eleonora: Il momento emotivamente più difficile per me sono state sicuramente le ultime tre frecce della finale: bastava un pareggio e la vittoria sarebbe stata nostra. Sentirsi addosso la responsabilità di un’intera squadra non è stata cosa facile, ma le parole delle mie compagne sono state di grande incoraggiamento: “porta a casa questa vittoria”. Hanno dimostrato di avere una totale fiducia nelle mie capacità e io volevo farcela per me stessa ma soprattutto per loro.

Cosa vi aspettavate da questo evento? 

Eleonora: Per quanto mi riguarda sono partita per questo Campionato Italiano con la consapevolezza di avere una squadra forte e compatta alle spalle, in quanto già negli scorsi anni abbiamo ottenuto buoni risultati potandoci a casa 2 medaglie di bronzo e uno sfortunato 5° posto. Non mi aspettavo che saremmo arrivate sul gradino più alto del podio, ma ero convinta che la mia squadra avesse tutte le carte in regola per poter puntare alle prime tre posizioni.
Questo è il primo campionato di società vinto dalla CAM, quindi credo che per la società significhi il raggiungimento di un grande traguardo.

Giulia: Essendo il primo anno in cui partecipo a quest’evento non avevo grandi aspettative, se non quelle di provare un nuovo tipo di gara. Non avendo la CAM mai vinto un Campionato di Società, non c’erano grandi aspettative da soddisfare, nonostante dovessimo ugualmente cercare di fare del nostro meglio. Per la società questa vittoria significa un punto di svolta, un miglioramento generalizzato che ha prodotto finalmente un grande risultato.

 

Cosa significa per ognuna di voi questo trofeo?

Federica: Per me personalmente questa vittoria significa molto, vista la non brillante stagione indoor. Il titolo è stato una bella iniezione di fiducia per quanto riguarda le mie capacità.
Ringrazio il mio tecnico Daniele Scandroglio che mi ha supportata e supportata per tutta la stagione, Gabriele Grilli (senza il quale non saremmo state lì) per i suggerimenti negli ultimi allenamenti prima della gara e durante la stessa. Ringrazio anche Vittorio Frangilli per i suggerimenti ed il set-up dell’arco prima della gara e tutte le persone che ci hanno accompagnato per sostenerci e che hanno seguito tutta la gara soffrendo la tensione forse anche più di noi
.

Eleonora: Questo trofeo per me ha significato una grande rivincita dopo il campionato dello scorso anno che ci ha viste al 5° posto nonostante una sola sconfitta su sei scontri disputati nei gironi.
Voglio ringraziare prima di tutto le mie compagne di squadra, per averci creduto fino alla fine insieme a me e il mio papà Gabriele Grilli, non come mio tecnico personale ma perché ogni anno ci segue, supporta e sopporta in questa competizione.
Un ringraziamento va anche ad amici e familiari che ci hanno accompagnati in questi due giorni sostenendoci dalla prima all’ultima freccia.

Ilaria: Questa vittoria è stata per tutte noi una promessa ed il coronamento di questi ultimi 4 anni in cui abbiamo gareggiato assieme in questi campionati. Il 2018 è stato un anno sfortunato per noi, in quanto la squadra è riuscita in un’ottima prova nei due gironi perdendo un solo scontro sui sei previsti complessivamente, ma è comunque rimasta fuori dalle semifinali per una questione di punti set totali relativi anche alle altre squadre partecipanti. Quest’anno ha rappresentato la nostra personale rivincita ed il mantenimento di una promessa che si siamo fatte il sabato pomeriggio prima di iniziare i tiri di prova: “quest’anno sarà un oro” …e così è stato!
Il ringraziamento va prima di tutto alle mie compagne di squadra, capaci di mantenere un alto livello per l’intera giornata, non scontato, la caparbietà e la fiducia nelle nostre capacità.
Va ringraziato sicuramente il coach Gabriele Grilli, la cui presenza è sempre stata fondamentale in questi anni per aver potuto affrontare gli scontri con consapevolezza tecnica, ma che ha saputo alleggerire le tensioni in modo del tutto costruttivo permettendoci di arrivare a conquistare l’oro con il giusto approccio mentale.
Come ultimo ringraziamento, ma non per importanza, sono da ricordare i familiari che ci seguono ogni anno sempre attenti ad ogni singola freccia di ogni scontro, soffrendo, a volte, molto più di noi da dietro le transenne del pubblico, ma che hanno condiviso con noi la gioia di questo primo, importante, oro italiano di società!

Giulia: Questo trofeo mi aiuta ad acquistare consapevolezza nel fatto di essere grado, all’occorrenza, di tirare anche con un arco diverso da quello che uso abitualmente.
Inoltre questa è stata la mia ultima gara prima di una temporanea pausa dovuta a problemi di salute e questo ha reso il risultato ancora più appagante e stimolante.
Voglio ringraziare il mio allenatore Gabriele Grilli che mi ha aiutata a migliorare la mia tecnica sia con l’arco nudo che con l’arco olimpico.