Gli obbiettivi che mi pongo sono determinanti per la riuscita di ogni allenamento in preparazione di una gara e ovviamente per la riuscita della gara stessa, per mantenere la concentrazione fissa sul mio obiettivo.

All’European Grand Prix di Bucarest, in Romania, Valerio Della Stua (atleta della 04/068 ASD Gruppo Arcieri Polisportiva Solese) è stato l’unico Compound maschile a rappresentare l’Italia. E lo ha fatto egregiamente, portando a casa una medaglia d’Oro individuale e un Argento nel mixed team con Marcella Tonioli.
Ottimi i risultati anche per gli altri Azzurri: il medagliere italiano conta in tutto 2 ori, 2 argenti e 2 bronzi.

Dopo una qualifica al 25° posto, Valerio ha scalato la classifica fino al 1° posto: ha superato gli avversari e dimostrato che in gara non bisogna mai arrendersi, perché con determinazione e impegno ogni risultato è possibile.

Gli abbiamo chiesto di raccontarci meglio questa esperienza e di come sia iniziata la sua passione per il tiro con l’arco.

Quando hai iniziato a tirare?

Ho cominciato a tirare con l’arco quando avevo 6 anni, percorrendo le orme di mio padre. All’inizio era solo per divertimento e mi piaceva, però ad un certo punto è diventata una vera passione e quindi all’età di 16 anni ho deciso di provare a far parte del mondo dell’agonismo. Quando ho iniziato sono stato aiutato molto dalla mia famiglia e dal passaggio agli Arcieri Solese, dove mi sono trovato con alcuni campioni da cui ho potuto imparare molto.

Ricordi il tuo esordio con la Nazionale?

Il mio primo esordio con la maglia Azzurra risale al 2014, quando ho partecipato al mondiale di Nimes con la Nazionale giovanile. Inutile dire che mi sono sentito davvero felice, ma soprattutto soddisfatto: non ci sono parole per descrivere la mia prima vittoria, anche perché non mi sarei mai stancato di quella sensazione… e da lì ho capito che la mia passione stava diventando la mia vita.

Proprio a Nimes, in occasione della World Archery Indoor Championships, il Campionato del Mondo indoor, con la Nazionale giovanile Valerio aveva firmato il record italiano a squadre Compound Junior Maschile: 1.751 punti. Il record è poi stato battuto di 10 punti tre anni dopo, nel 2017, a Vittel da un altro trio Azzurro (1.761 punti – Manuel Festi, Viviano Mior e Jesse Sut).

A proposito di record, è tuttora imbattuto quello a squadre Compound Senior Maschile conquistato con gli Arcieri Solese (Alberto “Rolly” Simonelli e Andrea Leotta): 1.772 punti.

Parliamo di questo Grand Prix europeo. Cosa ti aspettavi da questa trasferta?

Le aspettative per questa trasferta sicuramente erano alte, ma per me è stato come per tutte le altre trasferte, nel senso che mi aspetto davvero molto da me e mi pongo sempre degli obbiettivi alti per potermi migliorare, perché anche se una trasferta va bene, si può sempre fare di più.

Avevi già puntato gli occhi sulla medaglia d’Oro?

Volevo arrivare a due podi sia nell’individuale che nel mixed team e, grazie anche a Marcella, ci sono riuscito!
Non mi aspettavo di correre per l’Oro, però una medaglia così farebbe bene al morale di ogni atleta.
Un altro obbiettivo che mi ero posto era un buon punteggio in qualifica, ma purtroppo non sono riuscito a raggiungerlo (Valerio ha concluso la qualifica al 25° posto con 693 punti – ndR), anche a causa delle condizioni metereologiche difficili.

 

La difficoltà più grossa sicuramente è stata la pioggia: mi ha destabilizzato parecchio all’inizio, ma non potevo rimanere a guardare gli avversari che salivano in classifica.
Allora, volée per volée, ho modificato leggermente la mia azione di tiro per ottenere un netto miglioramento e ho cercato di estraniarmi dalle difficoltà e di concentrami sul mio obiettivo, pensando a tirare una freccia alla volta.

  

Puoi essere fortunato, puoi essere bravo a gestirlo, ma purtroppo il vento c’e’!
Durante la finale ho sempre pensato a fare del mio meglio anche se era difficile… ho cercato in tutti i modi di tenermi concentrato sul mio obiettivo.

Chi è l’avversario che temevi di più?

L’avversario che temevo di più era il russo Anton Bulaev: è un arciere molto forte, sia durante la qualifica che negli scontri diretti. E ovviamente l’ho incontrato agli ottavi di finale! A dire il vero, però, non è stato uno scontro molto difficile rispetto a quello che mi aspettavo.

Qual è stato lo scontro più difficile?

Lo scontro più difficile è stato ai quarti di finale, con il francese  Christophe Doussot,  finito 145-145 e che ho vinto solo dopo due frecce di shoot-of (X-X e 10-10*).
Tutto questo forse perché cominciavo ad avvicinarmi all’obbiettivo, alla medaglia, e l’emozione incominciava a farsi sentire.

Qual è la tua vittoria più importante?

Penso che la mia vittoria più importante sia stata proprio in questa trasferta perché ho vinto una medaglia individuale.
Solo quando vinci capisci veramente che i sacrifici e gli sforzi che fai sono serviti a qualcosa e non è stato tutto vano.

Quale altra medaglia occupa un posto speciale nel tuo medagliere?

La vittoria più importante di tutte non è stata vincendo una medaglia da 1° posto, ma vincendo quella di Bronzo, a Berlino con la squadra compound.
In quella trasferta ho capito veramente che, se anche una parte di gara va male, bisogna sempre lottare fino alla fine, rimanere concentrati e cercare di capire cosa non ha funzionato per migliorarlo subito e fare del proprio meglio… perché la gara non termina fino all’ultima freccia tirata.

Quali sono i tuoi prossimi obiettivi?

I prossimi obbiettivi stagionali sono quelli di dare il meglio durante la trasferta di Antalya, cercando di arrivare a podio, ma soprattutto resta fisso l’obiettivo di migliorarmi. Mi impegnerò in ogni trasferta a capire cosa posso fare di più, perché in qualche modo c’è sempre da imparare.